domenica 10 gennaio 2016

Strampelli vitivinicolo: " La Fillossera della Vite"

  trascrizione   di Sergio Salvi                 
                   

Sintomi di Fillossera 
Tra le attività svolte da Nazareno Strampelli a Camerino subito dopo il conseguimento della laurea in Agraria (1891) e prima del suo trasferimento a Rieti (1903) vi fu anche quella di redattore e direttore del Bollettino del Comizio Agrario Camerinese.
Su questo periodico Strampelli scrisse oltre 60 articoli, prevalentemente a carattere tecnico-divulgativo, otto dei quali dedicati alla vite e al vino. Insieme ad altre due brevi note, pubblicate sempre in quegli anni su L’Agricoltura Italiana, vi proponiamo, in dieci puntate, uno Strampelli nella veste inedita di cultore della materia vitivinicola, sperando che i contenuti di questi articoli, scritti tra il 1896 e il 1901, siano utili a fornire qualche spunto di riflessione e di confronto rispetto alla realtà vitivinicola odierna.

(Bollettino del Comizio Agrario Camerinese, anno XXXIV, 1901, Settembre, n. 9, pp. 57-5)
 
«La fillossera, il terribile afide che tanto sconforto e desolazione ha arrecato nelle più ricche e fiorenti zone viticole, ha sino ad ora, per quanto è noto, lasciate immuni le nostre Marche, ma il pericolo di una possibile invasione fillosserica nella nostra regione si fa sempre più grave.
Già da qualche anno esistevano vigneti fillosserati nella provincia di Perugia, e la vicinanza di detta provincia ci dava ragione a temere che la fillossera da un momento all’altro potesse facilmente venirci importata da quella parte; ora però le condizioni si sono maggiormente aggravate, poiché da pochi giorni è stata riscontrata l’infezione in un’altra provincia limitrofa, nella provincia di Teramo.

Siamo dunque minacciati da due parti e, non per esser profeti di cattivo augurio, ma, data la prossimità ed i rapporti continui che passano tra noi e le due provincie, siamo convinti che, se dalle autorità competenti non si prenderanno e si porteranno in atto rigorosamente tutte le precauzioni e le misure efficaci ad impedire l’introduzione, da centri fillosserati, di piante e di ogni altra cosa possibile trasportatrice di fillossere, fra non molto avremo la dolorosa sorpresa di veder comparire anche fra noi l’afide tanto temibile. E capitandoci l’invasione, così impreparati come siamo, i danni non potranno essere che enormi; avremo indubbiamente la distruzione delle nostre viti.
Altre volte su queste colonne si è parlato della necessità d’introdurre nel nostro circondario viti americane, di quelle riconosciute veramente resistenti all’attacco della fillossera, per premunirci dai danni di una possibile visita di un ospite tutt’altro che gradito; oggi per l’imminenza del pericolo torniamo con insistenza a raccomandare vivamente ai nostri agricoltori di non perder tempo più oltre. Il tempo è prezioso sempre, ma mai potrà esserlo tanto, quanto nel caso presente, in cui l’indugio non può apportare che il più amaro dei pentimenti.
È urgente l’impianto di viti americane da innestare con viti europee, per avere ceppi a radici resistenti alla fillossera ed a parti aeree, producenti ottima uva.
Il ministero di Agricoltura provvidamente distribuisce gratis le talee americane a chi ne fa domanda su foglio di carta bollata da L. 0,60. Per la nostra provincia, è la R. Scuola pratica d’Agricoltura che pensa alla distribuzione; adunque, senza indugio, a questa scuola si inviino le opportune richieste per avere le talee indispensabili per premunirci contro l’inevitabile fillossera».
Prima puntata: peronospora


Sergio Salvi
Laureato in Scienze Biologiche presso l’Università di Camerino, nel corso della sua attività di ricercatore si è occupato di genetica lavorando presso Enti di ricerca pubblici e privati. Attualmente svolge attività di ricerca e divulgazione storico-scientifica su tematiche riguardanti il settore agroalimentare e la genetica agraria in particolare (biografia storico-scientifica di Nazareno Strampelli, origine ed evoluzione delle varietà tradizionali di frumento e del concetto di prodotto tipico, recupero di varietà agrarie d’interesse storico).


   

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