mercoledì 27 aprile 2016

Strampelli vitivinicolo:"Per la lotta contro la Peronospora "


trascrizione di Sergio Salvi

Sintomi Peronospora  grappolo
Tra le attività svolte da Nazareno Strampelli a Camerino subito dopo il conseguimento della laurea in Agraria (1891) e prima del suo trasferimento a Rieti (1903) vi fu anche quella di redattore e direttore del Bollettino del Comizio Agrario Camerinese. Su questo periodico Strampelli scrisse oltre 60 articoli, prevalentemente a carattere tecnico-divulgativo, otto dei quali dedicati alla vite e al vino. Insieme ad altre due brevi note, pubblicate sempre in quegli anni su L’Agricoltura Italiana, vi proponiamo, in dieci puntate, uno Strampelli nella veste inedita di cultore della materia vitivinicola, sperando che i contenuti di questi articoli, scritti tra il 1896 e il 1901, siano utili a fornire qualche spunto di riflessione e di confronto rispetto alla realtà vitivinicola odierna.

 
(L’Agricoltura Italiana, Vol. 25, 1899, pp. 146-147).

«Nella scorsa campagna antiperonosporica, qui da noi nelle Marche, per l’abbondanza di piogge dirotte, si ebbero non pochi insuccessi, constatati da parecchi agricoltori, i quali avendo irrorato con poltiglia bordolese sino a cinque e più volte le loro viti, non riuscirono a salvarle dagli attacchi della peronospora.

Non è un fatto nuovo e viticultori e scienziati (italiani e francesi), impensieriti non dell’efficacia della poltiglia cupro-calcica (che è rimedio indiscutibile contro la peronospora), ma dalla facilità, con cui le piogge possono asportarla dalle foglie, da tempo si vanno occupando di rendere più aderente la poltiglia stessa ed a tale scopo hanno provato di aggiungere sapone, gelatina, melassa, ecc. senza però riuscire ad ottenere il desiderato aumento di adesione.
Anche a me, umile gregario tra i cultori di cose agrarie nacque il desiderio di ricercare la soluzione di tale quesito e nell’autunno passato, ripensando sempre a questo problema, mi venne in mente di ricorrere alla gelatina e bicromato potassico, sostanze che, come a tutti è noto, mescolate sotto l’azione della luce formano un composto insolubile. Compresi subito quali e quante obbiezioni si sarebbero potute fare, in teoria, all’uso, da me escogitato delle dette sostanze, ma opinai di non dovere abbandonare l’idea e che solo provando e riprovando sarei potuto arrivare ad una conclusione favorevole o contraria ad esso. L’epoca non era opportuna per incominciare subito, come avrei voluto, le esperienze e quindi dovei rassegnarmi ad aspettare la primavera e l’estate prossime. Il bicromato ha proprietà fortemente antisettiche molto superiori a quelle del solfato di rame e, per questo, mi proposi di esperimentare la gelatina al bicromato non solo come sostanza atta a dare maggiore aderenza agli altri rimedi (unendola sia alla miscela cupro-calcica, sia ad acetato od a piccole dosi di solfato di rame, sia a sali mercurici ecc.); ma anche rispetto all’azione sua come antiperonosporico in particolare ed anticrittogamico in generale.
In tanto per guadagnar tempo volli vedere se il cromo del componente insolubile, ottenuto da bicromato e gelatina sotto l’azione della luce, si potesse ridisciogliere nel mosto prima o nel vino poi. In una soluzione di gelatina (al 2 per 100) e bicromato (al 0,5 per 100) immersi dei grappoli di uva, dai quali, dopo averli tenuti al sole parecchi giorni, preparai del mosto e del vino e nei due liquidi, ben filtrati, ricercai il cromo. Il risultato fu negativo per entrambi. Recatomi in Roma, nel febbraio testè decorso, feci conoscere le mie idee ed i risultati ottenuti al chiarissimo e valentissimo prof. Cuboni direttore di quella R. Stazione di Patologia vegetale, pregandolo dei suoi autorevolissimi consigli ed aiuti nello studio che mi ero proposto, ed egli, con la gentilezza che tanto lo distingue, mi offrì di fare eseguire le prove da me ideate, presso la Stazione stessa. Volevo tacere per ora e parlarne solo ad esperienze compiute, ma l’agitazione ed il giusto fermento che attualmente si ha fra i viticultori, causato dal forte rincaro del solfato di rame, mi ha deciso a fare questa nota preventiva, la quale ha anche lo scopo di attestare pubblicamente al detto ch.mo prof. Cuboni la mia gratitudine».
N. Strampelli
 
 
 
 
Sergio Salvi
Laureato in Scienze Biologiche presso l’Università di Camerino, nel corso della sua attività di ricercatore si è occupato di genetica lavorando presso Enti di ricerca pubblici e privati. Attualmente svolge attività di ricerca e divulgazione storico-scientifica su tematiche riguardanti il settore agroalimentare e la genetica agraria in particolare (biografia storico-scientifica di Nazareno Strampelli, origine ed evoluzione delle varietà tradizionali di frumento e del concetto di prodotto tipico, recupero di varietà agrarie d’interesse storico).



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