sabato 17 dicembre 2016

Le colpe di Giuseppe Sala

di Luigi Mariani

Giuseppe Sala
L’autosospensione del Sindaco Giuseppe Sala,indagato per un appalto da 272 milioni di Euro relativo alla “piastra dei servizi” di Expo 2015 (qui) mi dà modo di sviluppare alcune riflessioni a valle della vicenda Expo, non prima di aver augurato a Sala stesso di riuscire a provare la sua innocenza uscendo pulito dalla vicenda che oggi lo vede coinvolto.
In primo luogo, con un ragionamento che con amici ebbi a più riprese modo di fare prima e durante la campagna elettorale che vide Sala vincente, debbo rimarcare l’inopportunità politica di una candidatura che riguardava persona a capo della struttura di governo di Expo 2015, struttura che già era stata pesantemente toccata dagli scandali. L’idea di inopportunità si fondava sul semplice ragionamento secondo cui se il capo non si è accorto di nulla o è perché è un allocco o perché ha le mani in pasta, il che in tutti e due i casi conduceva all’idea di inopportunità, a favore della quale pesava per me anche la vicenda dell’assegnazione a Eataly a prezzi di favore e senza gara di strutture ristorative di Expo (Agrarian Sciences ). Per tale vicenda Sala fu a lungo indagato dalla procura di Milano senza che l’opinione pubblica ne avesse notizia, uscendo poi prosciolto in quanto la magistratura constatò che il danno erariale c’era stato ma non riuscì a provare il dolo.
In secondo luogo, e questa per me è la chiave di lettura principale dell’intera vicenda Expo, la gestione della manifestazione è stata culturalmente devastante perché ha trasmesso al mondo intero l’idea che la soluzione al problema della sicurezza alimentare globale fosse legata alla promozione di tecnologie obsolete o a base magica (il biologico, il biodinamico, il naturale, il chilometro 0, ecc. ecc.), tecnologie che non sono e non saranno mai in grado di garantire sicurezza alimentare al nostro pianeta (EXPO, uno spettacolo senza contenuti - (La nuova Bussola). Questa promozione, di cui rimane traccia indelebile nella carta di Milano (Agrarian Sciences) con la quale sfido chiunque a pianificare uno sviluppo agricolo globale credibile, è frutto di ignoranza delle statistiche agricole alle diverse scale e delle basi della produttività in agricoltura (fisiologiche, ecologiche, genetiche, agro-tecniche, economiche, ecc.). Una tale deriva non è certo da considerare solo colpa di Sala, in quanto hanno abbondantemente cooperato la sindaca Moratti, il sindaco Pisapia, il ministro delle politiche agricole Martina (Agrarian Sciences) e la stessa FAO (Agrarian Sciences).

In proposito non potrò mai scordare le comparsate abbondantemente divulgate dai nostri media di Vandana Shiva, in difesa dei semi di cui a suo dire i piccoli agricoltori sarebbero defraudati, così come non potrò mai dimenticare il talk show del Maggio 2013 al Piccolo Teatro che vide sul palco Carlo Petrini e Giuseppe Sala. In quell’occasione Petrini si lamentò con Sala del fatto che Expo non avesse assunto l’agricoltura di Slow Food a paradigma dell’intera manifestazione e Sala si scusò dicendo che non era (grazie a Dio, dico io) in grado di condizionare gli altri Stati partecipanti.
In sostanza ritengo che Expo dovesse essere l’occasione per riflettere in modo laico su storia, attualità e prospettive del settore primario mentre è stata in realtà trasformata nella vetrina per una serie di agricolture “ideologiche”, in ciò supportata dai media (uno per tutti il Corriere della Sera con la sua campagna, che tutt’oggi prosegue, a favore del biodinamico di Giulia Crespi).
Questa è a mio avviso la maggiore responsabilità storica di Sala e del gruppo dirigente che ha gestito Expo e su questo nessuna magistratura ha ovviamente competenza, per cui il giudizio non possiamo che lasciarlo alle persone di buona volontà e alla giustizia divina.
Da parte mia avrei giusto un’ultima curiosità e cioè quella di capire, dietro ai tanti paraventi imposti da una campagna elettorale infinita, quali siano stati in realtà i conti finali di Expo (al riguardo si veda ad esempio “L’Expo di Sala lascia un conto da pagare di 1,1 miliardi” - (qui), il che penso potrà essere appurato solo quando tutta l’area sarà stata liberata dalle strutture provvisorie che hanno ospitato la manifestazione e adeguatamente bonificata.



Luigi Mariani
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del
Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.

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